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Brogli per il porto turistico, riparte processo per 4 imputati

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Brogli per il porto turistico, riparte processo per 4 imputati

Sia la Procura che il costruttore hanno impugnato il verdetto che sarà adesso ridiscusso in Corte di appello

 

Riparte, davanti ai giudici della quarta sezione della Corte di appello di Palermo, il processo sul caso dei presunti abusi legati alla costruzione del porticciolo turistico di Licata. La prima udienza, nella quale saranno discussi il ricorso del pm della Procura di Agrigento, Alessandra Russo, e dello stesso imputato condannato, è in programma il 21 aprile.


“Vi è stata una condotta dolosa finalizzata a favorire il lucro del costruttore”. Il magistrato della Procura insiste e appella la sentenza, emessa il 7 gennaio dell’anno scorso dal gup Giuseppe Miceli che, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato il solo Luigi Francesco Geraci, 76  imprenditore di Sommatino, titolare della società “Iniziative immobiliari” che ha realizzato il progetto, per l’accusa di averlo costruito in maniera abusiva e su un’area demaniale, escludendo – al tempo stesso – le accuse più gravi, vale a dire i presunti brogli che gli avrebbero consentito di non pagare al Comune gli oneri concessori che sono stati quantificati in 7 milioni di euro e realizzare alcune varianti illegittime.


Il solo Geraci, quindi, era stato condannato a tre mesi di arresto e 10 mila euro di ammenda; assolto – invece – per abuso di ufficio come altri tre imputati. Sono l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Licata, Vincenzo Ortega; Andrea Occhipinti, 51 anni, a capo del dipartimento finanziario e Giuseppa Maria Pia Amato, 61 anni, responsabile del Suap. La vicenda, adesso, approderà in Corte di appello in seguito alla richiesta di Geraci di annullare la condanna e del pm Russo di condannare gli imputati assolti in primo grado.

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