Finalmente, il Governo ha varato il decreto contenente le misure contro il caro energia. Decreto del valore complessivo di 4,4 miliardi di euro che include anche un intervento per frenare la corsa dei prezzi dei carburanti.

Come avevamo avuto modo di vedere nei giorni scorsi, i prezzi della benzina e del diesel avevano raggiunto valori altissimi, rendendo un pieno di carburante “molto pesante” per i bilanci sia delle famiglie e sia delle aziende.

Come da attese, il Governo ha deciso di intervenire sulle accise. Complessivamente, ci sarà un taglio di 25 centesimi di euro al litro. Questa riduzione è stata finanziata sommando l’extragettito dell’IVA sui carburanti nell’ultimo trimestre del 2021 (308,2 milioni di euro) e il “prelievo straordinario sui profitti straordinari” dei produttori di energia.
“Intendiamo tassare una quota del margine fra operazioni attive a fini iva e operazioni passive a fini Iva dell’ultimo semestre rispetto al medesimo semestre di un anno fa. Interverremo dove gli aumenti sia in termini percentuali che assoluti sono significativi. La percentuale è del 10%”.

Attenzione, però, questa misura sarà valida solamente fino alla fine del mese di aprile. Dunque, si tratta di una riduzione che avrà una durata ben precisa. Ma perché questa scelta? Il Governo ufficialmente spiega che intende valutare come si comporterà il mercato nel corso delle prossime settimane. Poi, eventualmente, si deciderà di prolungare l’intervento.
“Uno dei motivi per accorciare il periodo di intervento è anche vedere come si comporta il mercato nei prossimi giorni e settimane. Lo seguiremo ed esamineremo e poi decideremo, però intanto è importante cercare di attraversare questo periodo di grande volatilità”.

Dunque, verso la fine del mese di aprile, in base a come si comporterà il mercato, il Governo deciderà come muoversi. Il decreto “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”, come accennato all’inizio, non si limita solamente ad interventi contro il caro carburante. Troviamo, infatti, tra le altre cose, misure sul fronte degli aumenti del gas e dell’elettricità oltre a specifici sostegni per autotrasporto, agricoltura, pesca e turismo.
Il taglio dei prezzi dei carburanti arriverà il giorno dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

Poco dopo l’annuncio del taglio delle accise da parte del Governo, sono arrivate le prime reazioni. Molto critica, per esempio, la posizione dell’Unione Nazionale dei Consumatori che giudica il ribasso inadeguato e insufficiente. A seguito del taglio delle accise, infatti, il costo dei carburanti non tornerebbe nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra.
E’ evidente che 25 cent sono meglio di 8,5, ma si tratterebbe comunque di un ribasso inadeguato e insufficiente. Nei giorni scorsi ne avevamo chiesti il doppio, almeno 50 cent. In pratica, conteggiando anche l’Iva al 22%, i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali la benzina in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. La benzina, infatti, con la riduzione delle accise arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2). Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio.