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Cinema, morto a Licata il direttore della fotografia Ennio Guarnieri

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Cinema, morto a Licata il direttore della fotografia Ennio Guarnieri

Il cineasta Ennio Guarnieri, uno dei più noti direttori della fotografia italiani, dal gusto raffinato ed estetizzante, collaboratore dei registi Mauro Bolognini e Franco Zeffirelli, e che ha lavorato in più occasioni con Vittorio De Sica, Marco Ferreri e Lina Wertmüller, è morto ieri all’età di 88 anni a Licata (Agrigento).

L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla Fondazione Franco Zeffirelli, tramite il vice presidente Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del regista, che ha avuto modo di lavorare con lui apprezzandone «le doti professionali e umane»: “il mondo del cinema perde un grande artista e, personalmente, io perdo un amico. Ennio è stato a lungo collaboratore del maestro Zeffirelli condividendo momenti straordinari di lavoro come direttore della fotografia di numerosi film».

Con il regista fiorentino recentemente scomparso, Guarnieri ha avuto un lungo sodalizio professionale. E’ stato direttore della fotografia di numerose pellicole, come “Fratello sole, sorella luna”, che gli procurò il primo Nastro d’argento nel 1972, poi “La Traviata” (di nuovo premiato con il medesimo riconoscimento) nel 1983, quindi l'”Otello” nel 1986, “Storia di una capinera” nel 1993 e fino a “Callas Forever”, l’ultimo film diretto da Zeffirelli nel 2002 che di nuovo volle al suo fianco Guarnieri.

Nato a Roma il 12 ottobre 1930, Ennio Guarnieri abbandona gli studi da geometra e arriva al cinema in maniera casuale. Dal 1949 al 1956 lavora come assistente nella troupe di Anchise Brizzi. Nel 1958 è con Aldo Tonti sul set de “La tempesta” di Alberto Lattuada e nel 1960 con Otello Martelli sul set de “La dolce vita” di Federico Fellini. Dopo un solo anno come operatore alla macchina a fianco di Roberto Gerardi e Marcello Gatti esordisce alla direzione della fotografia nel 1962 con “I giorni contati” di Elio Petri.

Negli anni Sessanta Guarnieri è l’operatore di fiducia delle dive dell’epoca come Virna Lisi, Sylva Koscina e Tina Aumont, per le quali fa ampio uso di soft focus, controluce e velatini. Dopo aver diretto la fotografia per “L’assoluto naturale” (1969), con la regia di Mauro Bolognini ed interpretato da Sylva Koscina, nel corso degli anni Settanta Guarnieri offre le migliori prove negli adattamenti letterari e nelle ricostruzioni d’epoca per Bolognini (“Metello” del 1970, da Vasco Pratolini, “Bubù” del 1971, da Charles-Louis Philippe, “Per le antiche scale” del 1975, da Mario Tobino, “L’eredità Ferramonti” del 1976, da Gaetano Carlo Chelli), ma anche nei lavori per Vittorio De Sica, per il quale fotografa le ultime quattro regie, tra cui spicca “Il giardino dei Finzi-Contini” (1970), che gli vale la candidatura al Bafta alla migliore fotografia.

Negli anni Ottanta e Novanta, pur proseguendo l’attività cinematografica, lavora molto per la televisione. A partire dagli anni Sessanta inserisce, tra i vari impegni cinematografici, importanti interpretazioni pubblicitarie. In questo ambito, Guarnieri figura come direttore della fotografia dei caroselli Barilla con Mina diretti da Valerio Zurlini nel 1965; dei caroselli di inizio 1969, sempre con Mina, diretti da Enrico Sannia e dei caroselli del 1972 con Massimo Ranieri diretti da Mauro Bolognini con cui aveva lavorato in “Metello”. Nel 1985 Guarnieri è al fianco di Federico Fellini per lo spot “Alta società – Rigatoni” voluto da Pietro Barilla per il rilancio della pasta, girato a Cinecittà e prodotto dalla New Cbn.

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