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Eurobond, il no dell’Europarlamento (coi voti della Lega)

Politica

Eurobond, il no dell’Europarlamento (coi voti della Lega)

L’Europarlamento ha bocciato un testo sugli aiuti economici da mettere in campo contro l’epidemia di coronavirus e che auspicava il ricorso a eurobond o comunque a sistemi di «mutualizzazione del debito». E l’Italia si presenta in ordine sparso al Parlamento europeo durante le votazioni della risoluzione comune sull’azione coordinata dell’Ue per lottare contro la pandemia Covid-19 e le sue conseguenze economiche: il M5s ha votato contro i Recovery bond garantiti dal bilancio Ue e a favore dei coronabond con debito mutualizzato (nonostante Roma sostenga entrambe le proposte in sede europea), scegliendo una posizione diversa da quella del Pd, suo alleato di governo.

La Lega, invece, ha votato contro i coronabond — benché nelle scorse settimane il Carroccio avesse accusato i Paesi del Nord di mancanza di solidarietà per il loro no — ma si è astenuta sui Recovery bond.

 

La risoluzione non è vincolante però è un segnale politico importante in vista del Consiglio Ue del 23 aprile prossimo, durante il quale i capi di Stato e di governo dovranno decidere come finanziare il Recovery Fund che dovrà liberare migliaia di miliardi per la ripresa post coronavirus. «Pandemic Crisis Support».

Recovery bond

Il paragrafo 17 della risoluzione merita di essere riportato interamente. La risoluzione «invita la Commissione europea a proporre un massiccio pacchetto di investimenti per la ripresa e la ricostruzione a sostegno dell’economia europea dopo la crisi, che vada al di là di ciò che stanno già facendo il Meccanismo europeo di stabilità, la Banca europea per gli investimenti e la Banca centrale europea e che si inserisca nel nuovo quadro finanziario pluriennale («QFP»); ritiene che detto pacchetto dovrebbe essere messo in atto per tutto il perdurare delle perturbazioni economiche provocate da questa crisi; ritiene che gli investimenti necessari potrebbero essere finanziati attraverso un QFP ampliato, i fondi e gli strumenti finanziari dell’Ue esistenti e obbligazioni a sostegno della ripresa garantite dal bilancio dell’Ue; ritiene che tale pacchetto non dovrebbe comportare la mutualizzazione del debito esistente e dovrebbe essere orientato a investimenti futuri».

 

 

Richieste ambiziose, frutto del compromesso dei quattro gruppi che al Parlamento Ue rappresentano la maggioranza (Ppe, S&D, Renew Europe e Verdi), con soluzioni che sono molto vicine a quelle proposte dall’Italia. Questo paragrafo è stato votato giovedì pomeriggio ed è passato con 547 sì, 92 contrari e 44 astensioni. Il M5S ha votato no, la Lega si è astenuta, mentre a favore si sono espressi Forza Italia, Pd, Italia Viva e Fratelli d’Italia.

 

Coronabond

Giovedì pomeriggio è stato votato anche un emendamento presentato dai Verdi per l’introduzione di coronabond, con conseguente condivisione del debito tra i Paesi Ue. Nel testo dell’emendamento — respinto con 326 voti contrari, 282 sì e 74 astensioni — si legge che il Parlamento europeo «considera essenziale, al fine di preservare la coesione dell’Ue e l’integrità dell’Unione monetaria, che una quota sostanziale di debito emessa per contrastare le conseguenze del Covid-19 sia mutualizzata a livello Ue». Stavolta a votare contro sono state Lega e Forza Italia. Pd, M5s e Fratelli d’Italia hanno votato a favore, astenuta Italia Viva.

 

Le spiegazioni e la polemica tra i partiti

Scelte politiche contraddittorie rispetto alle posizioni espresse in Italia. «Dispiace che non ci sia stata compattezza politica da parte delle delegazioni italiane al parlamento europeo — ha osservato la presidente della commissione Affari economici e monetari (Econ) del Parlamento europeo, Irene Tinagli — L’Italia si deve presentare unita politicamente in Europa e anche di fronte ai mercati». I partiti hanno cercato di motivare il proprio voto. «Qualche buontempone ha messo in giro la notizia che noi del M5S avremmo votato contro i recovery bond o misure di condivisione del debito in Europa che stiamo chiedendo», ha premesso l’eurodeputato M5S Ignazio Corrao, per poi spiegare: «Partendo dal presupposto che si parla di emendamenti di una risoluzione, quindi più o meno del nulla cosmico, questi sono i documenti in discussione. Mentre la risoluzione si voterà oggi. Il paragrafo 17, come potete vedere, ha dentro Il Mes (ma anche l’accesso non spiegato al bilancio pluriennale, che può significare maggiore contribuzione netta degli Stati membri), per questo abbiamo votato contro».

La Lega ha invece giustificato il no ai coronabond con una nota congiunta del presidente di Identità e democrazia (Id), Marco Zanni, e del capo delegazione della Lega al Parlamento Ue, Marco Campomenosi: «Eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika». La polemica si è però trasferita a Roma. Ad andare all’attacco della Lega è Stefano Buffagni del M5S: «Salvini tradisce l’Italia. E mentre l’Italia conduce negoziati difficilissimi per ottenere i Coronabond sui tavoli europei, scontrandosi con le resistenze dei Paesi del Nord, questo signore, che ama tanto dire #Primagliitaliani, si schiera a fianco di Paesi come l’Olanda e al Parlamento Europeo vota contro gli interessi del suo Paese. Fa rabbia, da italiano, perché con i voti della Lega quell’emendamento sarebbe stato approvato e oggi avremmo un’arma in più sui tavoli  negoziali».

 

Fonte: www.corriere.it

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