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“Pacchetto di voti per convincere testi a mentire”, imprenditore accusa ex sindaco

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“Pacchetto di voti per convincere testi a mentire”, imprenditore accusa ex sindaco

Il cinquantottenne Carmelo Malfitano, dipendente di un’impresa di onoranze funebri, dopo sei anni fa retromarcia e inguaia Angelo Balsamo, sotto processo nella qualità di avvocato

 

Un pacchetto di 30 o 40 voti per la figlia – candidata al consiglio comunale – come ricompensa per convincere due sorelle a ritirare le denunce nei suoi confronti e poi per indurre una donna, che sarebbe stata “comprata” per mentire in udienza, a raccontare il falso ai pm.

Il cinquantottenne Carmelo Malfitano, dipendente di un’impresa di onoranze funebri, dopo sei anni fa retromarcia e accusa l’ex sindaco di Licata Angelo Balsamo, sotto processo nella qualità di avvocato, professione che esercita da tanti anni. Lo ha fatto lo scorso 27 luglio, dopo essersi presentato davanti al procuratore aggiunto Salvatore Vella, per essere interrogato.

 

 

Versione che è stata ribadita, pur con qualche lacuna nel racconto, per oltre due ore nel corso dell’udienza in Corte di appello dove lo stesso Malfitano è imputato di favoreggiamento nei confronti di Balsamo. Balsamo, 63 anni, arrestato il 13 gennaio del 2014, quando era sindaco di Licata, è accusato di avere truccato una testimonianza per fare vincere una causa a una cliente e in primo grado è stato condannato a 2 anni e 6 mesi. Tre anni e sei mesi, invece, erano stati inflitti a Francesca Bonsignore, 59 anni, che sarebbe stata ingaggiata con 200 euro per mentire in udienza raccontando una falsa versione dei fatti per fare vincere la causa, legata a una richiesta di risarcimento dopo un incidente stradale, alla cliente di Balsamo che chiedeva i danni per un incidente nel quale era rimasto coinvolto il figlio.

 

 

Malfitano conferma i due tentativi fatti per convincere le due donne. “Mi dissero di no e Balsamo era molto contrariato”. Il “prezzo” da pagare sarebbe stato un pacchetto di voti (30 o 40) per la figlia che, nel 2013, era candidata al consiglio comunale. Ma vi è di più.

Malfitano aggiunge un particolare non di poco conto: “Mi disse di rintracciare Francesca Bonsignore perchè rischiava 10 anni di galera e la radiazione, per convincerla a raccontare circostanze false ai magistrati. La donna avrebbe dovuto riferire di essere stata istruita a raccontare il falso in udienza da un’avvocatessa sua collaboratrice”.

Fonte: Agrigentonotizie

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