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Girgenti Acque, il tribunale di Palermo dichiara il fallimento

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Girgenti Acque, il tribunale di Palermo dichiara il fallimento

Il tribunale fallimentare di Palermo ha dichiarato il fallimento della Girgenti Acque, già commissariata, e della società Hydortechne, società collegata anch’essa colpita da interdittiva antimafia

 

 

“Non potrà conseguire il riequilibrio economico”. Per questo motivo il tribunale fallimentare di Palermo ha dichiarato il fallimento della Girgenti Acque, già commissariata, e della società Hydortechne, società collegata anch’essa colpita da interdittiva antimafia. I timori preannunciati da questo giornale qualche giorno fa di un possibile fallimento che non poteva essere salvato dalla gestione commissariale si sono palesate.

 

 

Così, ai commissari arrivati dopo l’interdittiva antimafia ricevuta nel 2018, dopo l’indagine sulle assunzioni, adesso arrivano quello che era stato definiti dalla nuova dirigenza il “commissariamento dei commissari”, con tre curatori fallimentari che gestiranno le casse dall’azienda. Con più della metà della provincia (ad eccezione dei comuni “ribelli” che non hanno mai ceduto le reti) che resta sulla carta senza un ente fornitore, la distribuzione idrica adesso rimane di competenza al commissario nominato dalla prefettura, che però utilizzerà una contabilità separata, ripartendo da zero dopo una “mala gestio” che perdura da tempo e che aveva portato un debito stimato sui cento milioni di euro.

Le avvisaglie di un fallimento, preannunciato dal commissariamento da parte del tribunale avevano portato l’ormai ex commissario, Giuseppe Dell’Aira, che si era dimesso in maniera piccata puntando il dito contro le scelte intraprese che hanno portato al fallimento. Il forte debito contratto con società di manutenzione e con altri enti privati, che si aggira sui cento milioni non ha lasciato altri spiragli che quello del fallimento, con la nuova commissione fallimentare che dovrà gestire adesso i passivi per le tante società che da anni battono cassa.

 

 

Altra nota dolente è quella dei dipendenti, dei quali adesso non si conosce il futuro anche se, proprio appena prima del fallimento e dopo le pressioni della prefettura, sembra essere vicino la creazione dell’Ati che sostituirà le società fallite: “Ci è stato detto che fra pochi giorni sorgerà la società consortile – ha spiegato uno dei dipendenti di Girgenti Acque – e che noi confluiremo nella nuova gestione della rete idrica”. Per la tanto agognata società consortile, infatti, mancherebbe poco, stando ai rumors interni alle due aziende dichiarate fallite con i sindaci che avrebbero trovato la quadra per quello che viene annunciato come il ritorno all’acqua pubblica il cui primo passo dovrebbe avvenire già la prossima settimana, con la stipula della nuova società davanti un notaio.

 

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